Convergenze Emozionali

La pittura di Manuel Ondei prende vita dalla passione intimamente sentita per il suo mezzo, che diviene fonte d’ispirazione primaria insieme all’universo femminile, manifestazione immediata visibile della sua vocazione artistica. 

La sperimentazione con il colore lo porta ad esplorare differenti soluzioni visive e materiche, che approdano alla levigatezza quasi pura dell’acrilico, declinato principalmente nelle diverse tonalità di neri, grigi e bianchi con improvvise accensioni purpuree, le quali servono a concentrare attenzione su un dettaglio, un particolare sembiante, per rimandare a un contenuto talora emblematico. 

Si tratta di un realismo fortemente incentrato sul mistero del femminino, il fascino ctonio primordiale della madre generatrice di vita, indagata e raffigurata in ogni sua parvenza, innocente o tentatrice, e comunque sempre mescolanza unica e indecifrabile di opposte tendenze, enigma insoluto e insolubile, coacervo di forza e dolcezza che non smette d’irretire e avvincere l’uomo. 

Le figure femminili, così come i ritratti di Manuel Ondei, sono rappresentati in maniera da rimandare all’idea, e ancor più alla sensazione che li ha generati: si tratta di una pittura emozionale e che si nutre di suggestioni, nate dal vissuto e dall’esperienza ma soprattutto da un universo immaginifico che prende le mosse da una forte qualità introspettiva. 

Le opere dell’artista riescono con grande efficacia a coinvolgere e stimolare l’osservazione e l’attenzione e di conseguenza l’apprezzamento da parte dello spettatore, proprio perché richiamano alla memoria situazioni e percezioni radicate nell’immaginario comune, archetipi riconducenti alle radici della nostra stessa esistenza. 

Le forme sinuose di queste fisionomie definite ed evanescenti insieme, curvilinee e dischiuse ad accogliere lo sguardo, si configurano come grembi aperti alle infinte possibilità espressive e creative che pertengono all’essere umano e ancor più all’artista, identità in grado di realizzare quel vagheggiato connubio fra verità e fantasia impossibile all’uomo comune. 

L’anatomia più o meno puntualmente descritta rispecchia l’universalità di queste entità, il loro essere dee e donne, terrene ed eteree al contempo, il loro descrivere un soggetto tangibile più o meno identificandolo nei suoi tratti salienti, per poi dissolversi nel mistero dell’oscurità e rifiorire in un guizzo di luce chiara, nella fiamma scarlatta di un dettaglio. 

Nei ritratti i volti affiorano assumendo connotati distinti, delineati con sintetici e sapienti tratti, a volte descrittivi, altre maggiormente accennati, essi sembrano dissolversi e riapparire a intermittenza nel fondo scuro che li racchiude, come raccontando ciascuno la propria storia, differenziandosi talvolta con accenti cromatici altri. 

L’arte di Manuel Ondei trascorre in maniera fluida e naturale dal realismo al simbolo, all’icona, al concetto, allo sperimentalismo ottico e spaziale ottenuto tramite la finitura di resina trasparente che vivifica il colore e arricchisce di luce l’esito conclusivo. 

La perfetta, traslucida e quasi acquea levigatezza della resina testimonia di un processo creativo laborioso e attento, agli aspetti immediatamente visibili come agli effetti che determinati accorgimenti tecnici mirano a suscitare. 

Trascolorando dalla Pop Art all’illustrazione, ad una surrealtà che è frutto di lunga elaborazione e riflessione, di trascendenza del quotidiano, laddove le fiabe divengono realtà e i desideri prendono vita, concretizzando la Bellezza del creato nell’armonia di un corpo di donna. 

15.12.2017 Maria Palladino